Il progetto Parco Culturale Ecclesiale, nato da un confronto tra il mensile di Avvenire “Luoghi dell’Infinito” diretto da Giovanni Gazzaneo e l’Ufficio Nazionale della Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, è la nuova proposta per far rete e valorizzare i beni culturali ecclesiali e i luoghi di fede legati al territorio in una modalità intelligente e innovativa, e che ha trovato nel territorio di Senigallia il luogo adatto per avviarne un primo progetto pilota. “Terre di Senigallia” richiama non solo la città balneare ma punta l’attenzione sull’entroterra, ricco di storia, fede e tradizioni, declinato poi nelle parole “Fede, Semplicità, Bellezza”, temi chiave nella nuova evangelizzazione di Papa Francesco, e che individua una “bellezza della fede semplice”. Il sistema territoriale che l’idea “parco” promuove è un tessuto connettivo in grado di valorizzare spazi aggregativi e ricettivi, itinerari di pellegrinaggio, iniziative culturali tra le più disparate. C’è una grande riscoperta dei luoghi “minori”. Il concetto di “minorità” è strettamente legato a quello di semplicità e sta diventando un elemento qualitativamente rilevante della fruizione turistica. Le Marche in genere, e le Terre di Senigallia, sono intrise del linguaggio della minorità (intesa in senso francescano) e della semplicità e della naturalezza. Ricostruire un rapporto vivo e vitale con i beni culturali ecclesiastici è dunque un servizio alla verità e alla bellezza, è un atto d’amore verso l’uomo del nostro tempo che nella bellezza ancora trova spazi di senso e di verità.
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